I postbiotici (o microrganismi inattivati): la nuova frontiera della salute
04/02/2025
L’impiego nel settore nutrizionale di postbiotici, ovvero di microrganismi non vitali con benefici documentati per la salute, apre scenari inediti. Questa frontiera va oltre i tradizionali probiotici vivi e offre prodotti stabili e versatili, adatti a nuove applicazioni.
Nonostante attualmente esistano lacune a livello regolatorio e di definizioni ufficiali, il settore dei postbiotici e dei loro componenti sta crescendo rapidamente, presentando al contempo sfide e opportunità per le quali tutti gli stakeholder devono essere preparati.

Postbiotici e terminologia correlata
Noti anche come microrganismi inattivati, paraprobiotici o probiotici tindalizzati, i postbiotici sono cellule microbiche non più vitali, spesso ottenute attraverso trattamenti fisici o chimici. Questi organismi, benché inattivi, conservano proprietà benefiche per la salute.
Il dibattito sulla definizione e sul significato da attribuire alla categoria dei postbiotici è in corso da tempo. Nel corso del tempo diversi termini sono stati proposti per indicare i postbiotici, come microrganismi inattivati paraprobiotici, metabiotici.
Nel 2021 l’ISAPP (International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics) ha pubblicato un consensus statement con l’intento di far chiarezza, proponendo di indicare con il termine postbiotico quella di “preparazione di microrganismi inanimati e/o loro componenti che conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite” specificando che “i postbiotici per essere efficaci devono contenere cellule inattivate o componenti cellulari, con o senza metaboliti, che contribuiscono ai benefici osservati per la salute”
Tecniche di inattivazione
L’inattivazione dei microrganismi può essere ottenuta attraverso vari metodi, fra cui trattamenti termici, utilizzo di radiazioni UV, pressione idrostatica elevata e l’uso di sostanze chimiche. La scelta del metodo di inattivazione influisce sulle proprietà finali del prodotto, in particolar modo in termini di efficacia.
Ad esempio, l’inattivazione termica è uno dei metodi più comuni e comporta l’esposizione dei microrganismi a temperature elevate per un determinato periodo di tempo. Questo tipo di trattamento rende i postbiotici ideali per una vasta gamma di formulazioni, dagli integratori alimentari ai cosmetici.
Vantaggi principali dei postbiotici
Un potenziale vantaggio dei postbiotici rispetto ai probiotici risiede nella stabilità: questi prodotti non necessitano di refrigerazione e possono presentare una stabilità migliore e prolungata. Questo si traduce in una maggiore versatilità nella formulazione di integratori nutrizionali e alimenti funzionali e in una maggiore accessibilità in mercati globali con infrastrutture di trasporto e di conservazione limitate.
Sfide regolatorie e prospettive future
Nonostante il crescente interesse, la regolamentazione dei postbiotici è ancora in via di definzione. Sono tuttora in atto discussioni che coinvolgono il mondo accademico, industriale e regolatorio volte a stabilire come definire, quantificare e caratterizzare i microrganismi inattivati.
Questa è anche un’occasione per comprenderne i meccanismi d’azione e identificare applicazioni più mirate dei postbiotici.
La ricerca apre a nuove opportunità per la ricerca e l’industria. I potbiotici potrebbero infatti diventare una valida alternativa per individui fragili o con condizioni di salute tali per cui l’utilizzo di microrganismi inattivati può risultare più idoneo.
È fondamentale che le autorità regolatorie, insieme alla comunità scientifica e all’industria, collaborino per stabilire linee guida che facciano chiarezza sull’utilizzo di questi prodotti per la salute umana e animale.
Conclusioni
L’integrazione di postbiotici nella nutrizione rappresenta una promettente area di sviluppo e offre vantaggi in termini di sicurezza, stabilità e versatilità dei prodotti. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale di questi ingredienti, è essenziale affrontare le sfide regolatorie esistenti e promuovere una maggiore collaborazione tra ricerca, industria e autorità competenti. Solo attraverso un approccio concertato sarà possibile garantire che i consumatori possano beneficiare in modo sicuro ed efficace dei vantaggi offerti dai microrganismi inattivati.
Abbiamo trattato l’argomento in maniera più approfondita nell’articolo “Microrganismi inattivati e come descriverli – Postbiotici, paraprobiotici e altri -biotici: molte definizioni, in attesa di indicazioni” a cura di Valentina Taverniti e pubblicato da L’integratore Nutrizionale 3 – 2024. L’articolo è disponibile per il download qui.